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Colonie di Rondini

 
A cura di Claudio Sebastianelli, Pierfrancesco Micheloni, Gabriele Angeletti

Situazione in Europa


Ormai da anni è argomento di discussione la situazione delle rondini in Europa. Si parla di un generale declino per il nostro continente, ci sono stati studi molto interessanti come quello del ricercatore danese Anders Pape Möller (apparso sul numero di Nature del 21/06/2001, p. 904) ed altri, presentati peraltro in diverse occasioni anche in Italia, che lo confermano e forniscono buone ipotesi sulle cause: Möller ad esempio ha verificato una perdita nella biomassa di insetti (circa il 50%) nelle fattorie danesi dismesse, che si associa ad una caduta media della popolazione di rondini attorno al 48%, soprattutto a carico delle nuove generazioni (nidi abbandonati, minor consistenza numerica delle covate, giovani in condizioni fisiche peggiori).

Studi a livello locale e finalita' del monitoraggio


Per la Provincia di Ancona c'è stato uno studio sulle colonie durato tre anni tra la fine degli anni '90 e l'inizio del 2000, illustrato in un Convegno a Jesi nel 2001, in cui non si è registrata una situazione così critica. Noi abbiamo cercato di utilizzare i dati in nostro possesso relativi a due colonie di rondini situate a circa 40 km. di distanza in linea d'aria: una nei dintorni di Osimo, in località Santo Stefano, che ospita di media tra le 15 e le 20 coppie di rondini nidificanti, un'altra nelle campagne a Nord Est di Ostra, in zona Casine, molto più piccola, attorno alle 10 coppie nidificanti.

Per la prima sono disponibili dati accurati sin dal 1996, mentre per la seconda registrazioni precise sono disponibili a partire dal 2001. La facilità di accesso, l'ubicazione e le piccole dimensioni della seconda hanno consentito di avere dati pressoché completi anche sui pulli.

L'intento è di monitorare l'evoluzione delle colonie in relazione alle condizioni climatiche di ogni stagione riproduttiva.

Metodologia


La metodologia seguita ha come base la stima delle coppie effettive nidificanti per ogni anno. Per fare ciò, dopo aver stilato preventivamente a ciascuna stagione riproduttiva una mappa della dislocazione dei nidi, si è passati a controllare sistematicamente quelli occupati per tutto il periodo che va dalle primissime deposizioni di maggio fino a circa metà giugno, approssimativamente cioè fino a quando le prime covate non sono involate. È un metodo messo a punto dagli ornitologi olandesi e consente di avere una buona approssimazione delle coppie effettive tralasciando le doppie covate, quelle di rimpiazzo ed anche il turn-over di coppie che abbandonano la colonia o vengono sostituite da altre, creando una situazione difficilmente controllabile.

È stato anche registrato nella colonia di Ostra il numero di pulli inanellati per ogni anno, che equivale in buona parte al numero di covate andate a buon fine e comunque rappresenta un elemento obiettivo di produttività, data la puntualità del controllo su questa colonia.

Questi dati sono stati sovrapposti agli indici medi di piovosità, temperatura massima e minima dei soli mesi di maggio, giugno e luglio relativi alla zona di Falconara, tratti dal Bollettino Agrometeorologico Nazionale. I dati di piovosità del 1998 non sono pervenuti; i dati del 2006 non sono ancora disponibili. I periodi confrontabili sono quelli che vanno dal 2001 al 2005, poiché precedentemente non c'è stato alcun controllo per la colonia di Ostra.

Lettura dei dati


Nonostante il limitato periodo di monitoraggio comparato, i dati raccolgono comunque un range temporale interessante, dal momento che, come si può notare per la colonia di Santo Stefano, proprio dal 2002 sembrano iniziare i problemi per gli adulti in riproduzione.

grafico colonia di pulli

Quella del 2002 fu una stagione di nidificazione molto piovosa, soprattutto in Luglio, ma probabilmente le piogge di Maggio, con temperature medie intorno ai 12°C possono aver avuto impatto sui contingenti di adulti tornati alle stalle e a Santo Stefano si riscontra il più basso numero di coppie nidificanti. La situazione però non è di semplice lettura; sarebbe importante poter avere una visione globale e conoscere anche quanto accade nelle rotte migratorie e nei quartieri di svernamento. Sta di fatto che un altro fenomeno risulta singolare: Pierfrancesco Micheloni, che da anni inanella le rondini italiane svernanti in Nigeria, in particolare nel gigantesco dormitorio di Ebbaken dove passano la notte in media milioni di rondini, ricorda l'inverno 2001-2002 per la praticamente totale assenza di rondini al dormitorio ed è la prima volta dal 1985.

Nonostante ciò, la colonia di Ostra sembrerebbe non aver risentito molto di questo effetto: gli adulti in riproduzione sono sicuramente calati, ma non al minimo storico e, considerando il numero di pulcini inanellati, rimasto analogo all'anno precedente, la colonia sembra compensare bene. Si potrebbe pensare che il rialzo delle temperature nel corso della stagione e l'abbondanza di piogge, possa aver favorito la disponibilità di cibo ed un migliore involo dei giovani (7,1 pulli per coppia per quanto riguarda la colonia di Ostra). È un fattore che però non sembra raddrizzare un trend in calo, dato che nel 2003 i cambiamenti nel numero di riproduttori sono limitati (aumenta leggermente a Santo Stefano, cala leggermente ad Ostra), ma sicuramente la riproduzione non è facilitata da una stagione estremamente secca, tant'è che per Ostra si registra il minimo storico di pulli inanellati nel periodo esaminato (5,4 per coppia e 49 in totale).

Il 2004 ha una lettura ancora più complessa: nella colonia di Ostra si riscontra il minimo storico nei riproduttori, mentre la colonia di Santo Stefano ha un incremento più consistente di quello dell'anno precedente. Maggio risulta piovoso e relativamente freddo e forse non offre una buona situazione per gli adulti tornati alle stalle. A Giugno e Luglio si ripete un periodo di siccità, anche se non terribile come quello del 2003. Complessivamente la produttività ad Ostra aumenta (6,75 pulcini a coppia), nonostante il basso numero di riproduttori.

Siamo al 2005; il lieve calo dei riproduttori nella colonia di Santo Stefano non scalfisce la tendenza ad un incremento ed anche Ostra vede il ristabilirsi di un certo numero di adulti. La stagione presenta Giugno e Luglio con buone temperature e scarse pioggie dopo un Maggio con temperature lievemente basse e la produttività ad Ostra migliora nettamente tornando a 7,1 pulcini per coppia.

Non abbiamo ancora i dati meteo per il 2006 ma la colonia di Santo Stefano ha avuto una crescita netta dei riproduttori ritornata sui valori migliori. A Casine di Ostra la piccola colonia sembra essersi stabilizzata su numeri che forse rappresentano la sua massima potenzialità riproduttiva. I valori si attestano sui 6,9 pulcini per coppia, poco al di sotto del miglior valore sinora registrato.

Conclusioni


Mancando una conoscenza delle molteplici variabili che possono incidere sullo status di una colonia di rondini non si possono certo trarre conclusioni. Esistono sicuramente fattori non limitati ai singoli siti di nidificazione ma che influenzano le condizioni migratorie e la situazione ambientale nei quartieri di svernamento. Tuttavia seguire le colonie su scala locale è interessante e gratificante. A prima vista sembrerebbe che l'equilibrio di una colonia di rondini sia più delicato di quanto non si immagini, con un range climatico ottimale per la nidificazione piuttosto ridotto. Stagioni riproduttive fredde e piovose, soprattutto se è ancora in corso il periodo di risalita e rioccupazione delle stalle sembra avere incidenza sui contingenti dei riproduttori, mentre estati aride e con temperature alte incidono sul tasso di sopravvivenza dei pulli. Di certo nella stagione riproduttiva 2003 molti pulcini sono stati trovati morti nel nido o a terra nella colonia di Ostra, prima ancora di poter essere inanellati. Altrettanto è capitato quando le condizioni meteo estive sono cambiate bruscamente con escursioni termiche di oltre 15 gradi nel giro di soli 2 giorni a seguito di precipitazioni torrenziali ed in questo caso anche molti adulti non hanno fatto più ritorno ai nidi.

È singolare inoltre osservare come in questi periodi di crisi i pulcini risultino in genere colpiti in maniera molto grave da parassiti delle penne.

Ci si propone di seguire ancora queste due colonie per interpretare e verificare, con elaborazioni di tipo statistico, alla luce dei dati meteo per l'anno in corso, le ipotesi formulate per gli anni precedenti.

   

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